‘Remote Viewing’ e OoBE nei documenti segreti dell’intelligence USA

Roberto Bartali, Ph.D.

Almeno ufficialmente, dal 1972 al 1995 gli Stati Uniti hanno fatto ricorso ad una unità di spionaggio psichico, ovvero ad un gruppo di sensitivi (e non) reclutati tra civili (soprattutto all’inizio) e militari che grazie alle loro doti innate e, successivamente, al ricorso ad appositi addestramenti, erano in grado di effettuare operazioni di intelligence “da remoto”, cioè senza essere fisicamente sul campo. Nata inizialmente come risposta a quelli che erano i programmi in essere in Unione Sovietica, nel corso degli anni l’unità è stata gestita e/o finanziata da alcune delle principali Agenzie (con la A maiuscola) del governo USA: CIA, DIA, NASA, DARPA, e poi dal DoD (Dipartimento della Difesa), con US Air Force, US Navy, US Army… Alla fine, dopo 23 anni di attività e circa 20 milioni di dollari investiti, il progetto “STAR GATE” (questo il nome in codice) è stato ufficialmente chiuso proprio dalla CIA che lo aveva iniziato. Nel mezzo ci sono 4 lustri di esperimenti, di sessioni di ‘remote viewing’ (visione a distanza), di sedute dove si inducevano delle OoBE – esperienze fuori dal corpo – o si trascrivevano messaggi provenienti da entità canalizzate (sempre ai fini di spionaggio, ovviamente); il tutto con alcuni clamorosi successi, e tantissimi altrettanto chiassosi fallimenti. La relazione parlerà di tutto ciò, con metodo e rigore storico/scientifico, e facendo riferimento ai documenti emersi grazie al FoIA dagli archivi ufficiali gestiti della CIA. Sì, perché certe cose non esistono, non sono vere, sono stupide superstizioni come stupido è chi ci crede. E quando alcuni agenti hanno coniato il termine “Eight Martini Effect” (Effetto otto Martini) per descrivere come ci si sente dopo aver assistito a certi fenomeni così straordinari [“come dopo aver bevuto 8 Martini”]…beh, erano degli stupidi anche loro. Oppure no?